giovedì 13 ottobre 2011

FRANCO ACCORSI


FRANCO ACCORSI

Franco Accorsi è un pittore autodidatta, nato nel 1942 a San Giovanni in Persiceto (Bologna), dove vive e lavora.
Inizia dal 1972 un percorso creativo che lo impone sulla scena artistica sin dall’inizio. Partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero, ricevendo numerosi riconoscimenti.
Se le prime opere si caratterizzano per lo stile astratto, grintoso e la “pennellata-creativa” ispirata ai grandi maestri del cubismo quali Picasso e Klee, la sua ricerca si evolve poi in affascinanti rielaborazioni artistiche e progettazioni più o meno geometriche.
Caratteristica tipica delle opere di Franco Accorsi è infatti la colorata, brillante e fantastica geometria, proposta sempre come motivo conduttore della sua arte. Grande appassionato dallo spazio cosmico, l’artista riesce a trasmettere una profonda sensazione di infinito e una misteriosa immensità sfruttando tecniche diverse.
Le vecchie tele di canapa o di lino, fornite dalle anziane signore del paese, raccolgono fantasiose composizioni ad acrilico o ad olio, splendide gamme di morbidi colori e toni contrastanti che si ispirano a forme spaziali e geometriche fissate utilizzando l’aerografo o con specifiche bombolette.
Nella tela l’autore riesce a concretizzare lo spazio ed a rappresentare la dimensione più intrigante dell’animo umano: quella dell’inconscio. Una realtà misteriosa a cui l’artista si ispira, tradotta in una simbologia geometrica ed astratta e che vuole alludere alla perfezione di un universo che vede al centro unicamente l’uomo.
L’astratto geometrico e l’astratto spaziale sono dunque motivi ricorrenti per Accorsi, capace di trasmettere il suo più intimo mondo interiore attraverso queste vivaci metafore creative. Le città arcaiche raffigurate dall’artista sono un esempio tangibile del talento di un artista visionario, dal sapore antico e contemporaneo allo stesso tempo, che sa dare forma alle emozioni.
Un’arte, quella di Franco Accorsi, che riesce a catturare lo spettatore per condurlo in un anacronistico viaggio ai confini della realtà visibile dell’essere umano.

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